Ciardullo
Michele De Marco, in arte "Ciardullo", poeta, drammaturgo e giornalista, nacque a Perito, frazione di Pedace il 17 Marzo 1884, in una famiglia dove la cultura e l'arte in particolare, erano un dono e un'antica consuetudine. Infatti, poeta fu il padre Vittorio e lo zio Pietro, dal quale ricevette i primi insegnamenti e un grande stimolo e sostegno per il suo futuro cammino nel mondo della poesia e del teatro.
Dopo gli studi elementari, iniziò la sua preparazione letteraria ed umanistica nel collegio italo-albanese di San Demetrio Corone e successivamente nel Liceo Classico di Cosenza.
Giovanissimo, nel 1907, conseguita la laurea in giurisprudenza all'Università di Urbino, aprì uno studio legale nella vecchia Cosenza, nei pressi di Piazza Duomo. Ben presto però si accorse che non era tagliato per esercitare quella professione, la quale, oltre a contrastare con la sua natura umanitaria, aperta a tutte le istanze sociali e alla difesa accanita dei bisognosi, lo distoglieva anche dai suoi sogni artistici e di uomo libero.
La sua produzione letteraria è molto vasta e spazia dalla poesia in dialetto al teatro, alla satira in lingua e al giornalismo, strumenti efficaci questi per combattere ingiustizie, ipocrisie, autoritarismi e per poter sfogare con tono misurato e dignitoso, i drammi e le amarezze della vita.
Nel 1911, sposò Maria Aloisa Martire, da essa ebbe sei figli, con i quali divise l'atroce dolore dopo la sua precoce morte avvenuta nel 1921. Michele De Marco si risposò nel 1929 con la sorella della moglie defunta, Gilda Martire e da lei ha un figlio. Insegnò lingua francese e italiano a Cosenza, dove abitava da tempo; qui potè frequentare le massime autorità in campo letterario ed artistico, che avevano spesso come punto di ritrovo lo storico caffè Renzelli.
Fu irriducibile antifascista e non cedette mai a lusinghe di sorta. Moralmente integro com'era, lottò sempre per l'affermazione della libertà, e per il riscatto della povera gente, alla quale, spesso dava voce attraverso i giornali da lui fondati e diretti: l'ohè e Calabria Democratica.
Dopo la seconda guerra mondiale, fu Sindaco di Pedace di nomina prefettizia e, oltre ad avviare la rinascita del paese, diede modo ad un gruppo di giovani di mettere in vita una compagnia teatrale da lui diretta.
A cura del Prof. Tonino Martire